Perchè fare i contest

Pubblico qui una mia riflessione del 2012.


Circa 15  anni fa ho ottenuto la licenza con l’attuale nominativo. La mia attività era rivolta al DX con forte attrazione verso il modo CW. I contest per la verità non mi attiravano, li reputavo un’attività poco interessante e poco aderente al concetto espresso dalla DEFINIZIONE DI RADIOAMATORE (Valida in tutta la Comunità Europea Gazzetta Ufficiale n. 289 del 9/12/1992) :

Il Radioamatore è una persona che, debitamente autorizzata, si interessa di radiotecnica a titolo puramente personale e senza scopo di lucro, che partecipa al servizio di radiocomunicazione detto d’amatore, avente per oggetto, l’istruzione individuale, l’intercomunicazione e gli studi tecnici.

Negli anni trascorsi ho quindi proceduto per la mia strada DANDO PER SCONTATO che i contest non potessero insegnarmi niente. Ad un certo momento mi sono reso conto che il mio bagaglio culturale era certamente aumentato, ma come operatore radio il mio log si commentava da solo… qualche raro dx, qualche americano e poco di più. Un sabato pomeriggio di settembre del 2010 avevo finito l’installazione di una semplice verticale per i 20 metri, nata dopo aver fatto diverse simulazioni ecc. Casualmente quel sabato c’era il contest dei paesi nordici (SAC), tornata SSB. Ho letto al volo il regolamento, ho installato il mitico QARTEST, molto intuitivo, e ho iniziato …beh… mi stavo divertendo e poi ero sempre li con le mani sulle manopole di regolazione del ricevitore… ho collegato dei country che non avevo mai collegato prima… andavo a vedere su QRZ le foto dei vari team… insomma mi sono reso conto che stavo ricevendo moltissimi input da approfondire e mi sono anche reso conto che tutto sommato stavo operando il ricevitore più o meno a caso senza averne molta consapevolezza. Nel frattempo mi stavo dedicando allo studio del CW, e mi sono cimentato nel 40-80. Beh… non pensavo che tutto sommato fosse più facile partecipare ad un contest in CW dove i big ripetono molte volte il loro call e così non ho mancato altri contest, prevalentemente in 80 metri di notte in CW per non disturbare la famiglia. Poi ho iniziato a studiare meglio cosa sta dietro ai potenziometri posti sul frontale della radio, ho preso in mano gli schemi, ho iniziato a modificare la mia radio, il mio setup ecc. con lo scopo di cogliere nuove opportunità non solo nel successivo contest, ma anche nelle più normali attività radio e devo dire che queste opportunità sono poi state messe nel sacco… finalmente il primo VK, il pacifico ecc. ma ovviamente non solo nuovi country.

Perché fare i contest oggi ?

Perché c’è molta più vera radio in questa attività che in tante altre, perché quello che apparentemente è un freddo scambio di un rapporto in realtà nasconde un lavoro di ricerca, di studio, di approfondimento, di miglioramento e non mi sembra che questo sia lontano dalla nostra definizione nella quale sento di identificarmi. Ho paura di leggere su RR il mio nominativo all’ultimo posto della classifica ? Sinceramente mi fa più paura rimanere nella ignoranza di non sapere come funziona la mia radio.

Firmato IZ4AKO, 25 Aprile 2012

Un commento su “Perchè fare i contest”

  1. E bravo Pierluigi, ben ritrovato. Mi fa piacere che tu ti sia appassionato ai contest. Ai miei tempi (80-90) la fauna dei contestatari era davvero variegata. Dalle squadre che facevano training autogeno in ritiro come i calciatori, ai cani sciolti come me ex- ik4drv e Claudio ik4bho che andavamo sui 40mt con una piattina di cavo elettrico. Bei tempi e bei ricordi. Ciao caro co-autore di chat-qso 🙂

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